Che quello delle sigarette elettroniche sia un mercato in crescita è evidente. Non lo dicono solo i dati numerici, ma anche l’incremento dell’attenzione mediatica e legislativa attorno al settore.
A spingere un mercato che si fonda in prevalenza sugli ex fumatori, o su coloro che desiderano smettere, sono diversi fattori. In prima istanza la chiara possibilità di mettersi al riparo dalla maggior parte dei danni da fumo tradizionale. In secondo luogo la possibilità di ridurre i costi di un vizio che grava pesantemente sul bilancio di una famiglia media.
Ma allora perchè il settore sta vivendo proprio ora il suo boom? La motivazione è da attribuire all’enorme miglioramento tecnico delle sigarette elettroniche. Negli ultimi anni infatti sono stati risoliti molti dei problemi che in passato rendevano complicato il passaggio dal fumo tradizionale al vaping.
Basti pensare ad un fattore su tutti: l’autonomia delle sigarette elettroniche che agli albori consentivano pochissime ore di “svapo”. Adesso invece esistono numersi modelli in grado di svolgere la propria funzione per giorni interi, con una sola ricarica.
La competizione per produrre batterie sempre più sicure, dalle alte prestazioni e con un’autonomia che superi la giornata di utilizzo, si sta combattendo fra i colossi LG, Samsung, Sony e Panasonic. Attenzione però che il mercato delle batterie per sigaretta elettronica è in larga misura dominato dai prodotti cosìdetti “rewrappati”, che possono celare insidie non da poco, come spiegano sul blog TecnologiaTop.
I dati sull’utilizzo delle sigarette elettroniche in Italia
Dati alla mano, i fumatori italiani sfiorano i 12 milioni. Mentre gli “svapatori” italiani sono attualmente circa 1,3 milioni. Ovvero circa il 10% dei fumatori, sono già passati alla sigaretta elettronica.
Dobbiamo però considerare che molti di coloro che sono passati dalla sigaretta tradizionale alle e-cig, hanno abbandonato il vizio completamente. Si stima infatti che l’attuale crescita del mercato, possa essere solo il preludio di un ulteriore incremento futuro.
L’utilizzo delle sigarette elettroniche, specialmente se con liquidi a base di nicotina, non è esente da rischi. Esistono infatti svariati studi su animali da laboratorio, che configurano la possibilità di infiammazioni polmonari di grado severo dovuto al glicole propilenico presente in tutti i liquidi per lo svapo.
Non si può però negare loro capacità di ridurre drasticamente i danni da assimilazione di metalli pesanti, tipici della combustione della sigaretta tradizionale. I dati numerici si avranno fra decenni ma è possibile già ora ipotizzare un’elevata riduzione dei costi sociali dovuti alle cure mediche a cui sono soggetti, alla lunga, i fumatori tradizionali. Risulta quindi auspicabile che sempre più fumatori facciano il salto dalla “bionda” alla sigaretta elettronica.
L’evoluzione tecnologica delle e-cig
Il funzionamento delle sigarette elettroniche è rimasto pressochè inalterato negli anni. Ad essersi evoluti sono gli accorgimenti costruttivi e la crescente attenzione ai bisogni dell’utilizzatore finale. In particolare, uno dei principali problemi dei primi modelli era che la durata delle batterie per sigaretta elettronica raggiungeva a fatica le 4 ore di utilizzo. Inoltre il dover sottoporre la batteria a 3-4 cicli di carica-scarica al giorno ne comprometteva in breve tempo l’affidabilità, comportando cali di prestazione e ulteriori riduzioni dell’autonomia.
Al momento, sebbene esistano moltissimi modelli con batteria integrata, la maggior parte delle sigarette elettroniche prevedono la possibilità di utilizzare batterie 18650 esterne, che essendo caricate tramite caricatori appositi, garantiscono anni di performance stabili e autonomie che superano facilmente le 24 ore di utilizzo. In particolare la tecnologia che sta fornendo le migliori prestazioni come sicurezza, potenza erogata e autonomia è la INR (Litio-Nickel) per chi desidera un’esperienza di gusto intensa. Per chi invece cerca una grande autonomia per svapare con basse potenze (in Watt), la tipologia di batteria più adatta è la NCA (Litio-Nichel-Cobalto-Alluminio).
Quanto le batterie per sigaretta elettronica incidono sull’esperienza generale?
Ipotizziamo di analizzare un ex fumatore, che dopo anni di tentativi fallimentari con cerotti e gomme da masticare, approda nel mondo delle sigarette elettroniche. Il primo impatto con il fumo digitale gli risulta appagante. Dopotutto riesce ad assumere la quantità di nicotina a cui è abituato, ha la sensazione tipica del colpo in gola di una sigaretta tradizionale e la fumata di guancia lo appaga anche dal punto di vista psicologico e gestuale.
Siamo di fronte alla situazione perfetta, un ottimo modo di approcciarsi al mondo delle e-cig e magari di riuscire gradualmente ad abbandonare del tutto il fumo. Ma c’è un’insidia per il nostro benintenzionato vaper: la batteria della sua sigaretta elettronica lo lascia a piedi a metà giornata, lontano da casa o da qualsiasi presa di corrrente, senza la possibilità di soddisfare la propria voglia di fumare.
Come pensi che reagisca? La prima e più semplice soluzione sarà quella di comprare un pacchetto di sigarette.
Tutto il lavoro di autocontrollo e la forza di volontà impiegata fin’ora, vanificati a causa della scarsa autonomia della batteria. Per questo motivo ritengo che la batteria di una sigaretta elettronica sia in assoluto l’elemento fondamentale. Senza di essa, anche la più sofisticata delle e-cig diventa inutile. L’evoluzione dell’autonomia delle batterie 18650 e delle sorelle di taglia maggiore è il tassello fondamentale che mancava al mondo del vaping per ergersi a valida alternativa al fumo tradizionale.