Google Ads è lo strumento facente parte dell’ecosistema di Google e che si occupa di marketing e di pubblicità online. Questo software, principalmente per professionisti ma da poco aperto anche a individui privati, ha lo scopo di aumentare la visibilità e l’efficacia in termini di guadagno di un sito internet, soprattutto mediante l’instradamento del traffico qualificato di clienti. Non solo: consente di intercettare la corretta e coerente clientela durante le diverse fasi di una ricerca.

Google Ads ha di recente cambiato nome, prima si chiamava Google Adwords: lo strumento, difatti, si basava prevalentemente sulle parole chiave e sul loro peso nella campagna. Ancora sono considerate importanti, le keywords, ma all’interno dei vari tipi di strumenti che il sistema possiede, ora vi anche un sistema automatizzato che è correlato alle cosiddette campagne intelligenti (che usano il machine learning). Essendo la scena e la clientela variata di tanto rispetto agli anni passati, non è pensabile adoperare un sistema identico.

Ad oggi, grazie a Google Ads, un esperto di inserzioni può identificare le keyword più rilevanti per la propria attività e sarà quindi in grado di offrire una certa e precisa quantità di soldi (definita “costo per click massimo”) per apparire all’interno delle ricerche dei clienti che navigano sul web tramite l’uso di gif a rete display o di banner pubblicitari. Non solo: come apprendiamo dal sito del consulente Google Ads Andrea Falsini, il sistema consente di creare un annuncio dedicato ad uno specifico prodotto di uno store online o una campagna collegata ad un video di YouTube. Google Ads non è semplicissimo ed immediato ma con i giusti consigli possiamo scoprire come funziona e come iniziare ad usarlo in modo basilare.

Gli acronimi e la terminologia di Google Ads

  • CPC: è l’acronimo della definizione “Costo per Click”, e corrisponde al tipo di offerta dell’annuncio: in parole povere, determina quanto otterrai per ogni clic ricevuto sull’annuncio. Il CPC può essere scelto dall’inserzionista o può essere determinato da Google in modo automatizzato.
  • CPM: è l’offerta per la quale un inserzionista paga ogni mille visualizzazioni sulla Rete Display di Google.
  • CPV: è l’offerta che si basa sul costo per visualizzazione; Google usa questo sistema per determinare l’importo degli annunci video TrueView che Ads crea.
  • CTR: acronimo di “Click through Rate” ed è misurato dividendo le impressioni della campagna per la quantità di click. Permette di capire il successo o l’insuccesso di una campagna e se gli utenti si rivelano interessati alla pubblicità.
  • Pagina di destinazione: è la pagina di un sito web cui i potenziali clienti sono indirizzati in seguito al click sull’annuncio; l’URL di questa pagina è consigliato coincida con quello finale dell’annuncio.
  • Tasso di conversione: corrisponde alla quantità percentuale di utenti che hanno visitato la pagina e, dopodiché, che hanno fatto una conversione sul sito internet di riferimento.
  • Impressioni: corrispondono alla frequenza di pubblicazione dell’annuncio della campagna e si conteggia una impressione ogni qualvolta che il banner è postato su una pagina di risultati di ricerca o un sito facente parte la rete di Google.

Costi di Google Ads

Google consente di creare un account Google Ads in maniera del tutto libera e gratuita e può essere comodamente fissato un budget di spesa prefissato sia giornaliero che mensile. Per essere il più possibile versatile, su Ads ogni inserzionista può variare il budget da investire nella campagna in seguito a una verifica degli obiettivi e del target di interesse.

Cosa si paga, quindi, usufruendo di Google Ads? Lo strumento richiede un pagamento nel momento in cui un utente fa click sopra all’annuncio inserito; non solo: se si è optato per una strategia con offerta di tipo CPM per la Display o offerta CPV per campagna video su YouTube, queste richiederanno dei costi fissi a parte.

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